Carlos Rioja: una storia di eroismo

In una piccola libreria di libri usati a Cochabamba ho trovato l'opuscolo "La fiebre hemorrágica en San Joaquín", un’autobiografia romanzata di Carlos Rioja Ortega. Rioja è un riconosciuto poeta del Beni, regione amazzonica boliviana; in questo libro racconta la sua esperienza come direttore dell'ospedale del paese di San Joaquín durante l'epidemia della febbre emorragica boliviana, alla fine degli anni '50.



Quando fu nominato direttore dell'ospedale, l'epidemia era già iniziata. Era una malattia feroce: aveva una mortalità di circa il 60% dei malati. Rioja racconta di aver scritto al ministero della salute "richiamando l'allarme e chiedendo una risposta urgente"; ma il governo negava sistematicamente l'aiuto, pubblicando notizie sulla stampa con titoli come "Falso allarme a San Joaquín" e dicendo che "gli agenti dell'opposizione a San Joaquín cercano di screditare il governo della Rivoluzione Nazionale". Dopo più di un mese di telegrammi continui, la popolazione ricevette una prima assistenza da parte dell’'Associazione Israeliana di Cochabamba, questo fu l'inizio di una serie di aiuti fondamentali e di una rete di cooperazione per la lotta contro il virus.

Nelle (solo) 53 pagine del libro, l'autore racconta della sua lotta per attirare l'attenzione del governo centrale, per cercare sostegno per un ospedale che non aveva il minimo necessario per prendersi cura della popolazione, per chiedere aiuto internazionale, professionale e addestrato a contenere il contagio da parte di virus ignoti; ma racconta anche dei rapporti personali tra medici e popolazione, delle loro battaglie contro la paura e contro i pregiudizi. In definitiva, il libro racconta di un grande tributo alla ricerca disperata della propria sopravvivenza. Per Rioja "la scienza e la solidarietà umana hanno una carta di cittadinanza globale".

Alla fine dei lunghi tentativi di contenere la febbre emorragica, alcuni dei team nordamericani che erano venuti a prelevare campioni riuscirono a isolare il virus, che venne chiamato Machupo I. Riuscirono anche a identificare il vettore di infezione, permettendo così di contenere l'epidemia. Machupo I è un virus particolare, presente solo nel territorio boliviano ed esclusivamente in una regione del Beni. Ha come serbatoio i topi del tipo Calomys Callosus, e fino ad ora non esiste una cura, ma si possono trattare e contenere i sintomi.

Quando è stato possibile contenere la riproduzione dei topi riducendo la difussione del virus, il ministero ha deciso di trasferire il dottor Rioja, spostandolo nel territorio della popolazione di Guayaramerín, dove non esistevano strutture o istituzioni dipendenti dal ministero della salute, lasciandolo in una specie di abbandono istituzionale.

Nel libro (pubblicato nel 1981 dalla fondazione Serafín Rivero Carvalho) si possono riconoscere il sacrificio, la perseveranza e la solidarietà che hanno caratterizzato medici e comunità per la volontà di superare la malattia. Si può anche percepire la frustrazione per l'incapacità del governo di riconoscere ciò che stava accadendo. Quello che si vede per le risposte del ministero della salute è che i funzionari erano così occupati a difendersi da un'opposizione (reale o fittizia) che non avevano la capacità di riconoscere la dimensione della tragedia vissuta a San Joaquín.

Dopo aver letto questo documento, ho cercato informazioni su Internet sul virus e sul dottor Carlos Rioja. Oltre a poche menzioni (quasi tutte relative alle sue opere poetiche), ci sono pochissimi dati sul suo lavoro come medico, anche se si trovano articoli riguardanti la malattia. Forse recuperare dall'oblio personaggi come il dottor Rioja potrebbe aiutare a riconoscere qual’è la vera dimensione dello spirito umano, e permetterebbe capire come sono fatti gli eroi.



Per saperne di più sulla febbre emorragica boliviana, puoi approfondire qui e qui .Riguardo alle opere poetiche di Carlos Rioja, ho trovato delle poesie scelte in questo link in cui è possibile vedere alcune immagini del libro Expresión poética del Beni, curato da César Chávez Taborga e pubblicato in Bolivia da Plural Editores. Riguardo al libro La fiebre hemorrágica en San Joaquín, l'ho trovato in una vecchia libreria. Il libro é privo di dati editoriali -soltanto dice che è stato pubblicato con l'aiuto della fondazione culturale "Serafin Rivero Carvalho", ma non ha né data di pubblicazione né altri dati.
La versione originale di questo articolo è nel mio blog in spagnolo.

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