Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Sul terrazzo

Immagine
Mio padre, operaio pensionato, pollice verde e vanga d’acciaio, ogni anno a primavera ha portato avanti una lotta per preservare i semi degli ortaggi che coltiva nei vasi del terrazzo. Ogni giorno faceva la guardia dietro alla porta di vetro aspettando l’arrivo dei merli e delle gazze, dei passerotti e delle cinciallegre, i suoi affamati nemici, per poi girare di colpo la maniglia e far fuggire gli uccelli, groviglio di ali e cinguettii. “Non cresceranno mai le mie piante!”, brontolava mio padre a colazione, pranzo e cena, mentre raccontava la cura che aveva messo per coprire ogni pianta, preparare la terra, affondare le guide di legno per le rampicanti. Un giorno mia figlia arrivò da scuola con una scatola di scarpe con buchi e un bel laccio azzurro. “Ho portato una sorpresa per il nonno”, disse. Aprì la scatola e dentro, ancora addormentato, c’era un gattino nero, una goccia con peli, un rotolino di fusa. Son passati sei mesi e ora siamo di nuovo in primavera. Le piante crescono folt

Ripartenza

Immagine
Ho spinto molto il mio cervello per cercare di imparare a scrivere in modo corretto l'italiano sia per il lavoro, sia per la scrittura creativa stessa.  All'inizio, scrivevo tutto in spagnolo e poi cercavo di tradurre i testi, passandoli poi alle mie correttrici di bozze (sorella e nipoti). Poi, sono passata a provare la scrittura diretta in italiano tralasciando un po' la scrittura in spagnolo. Ma il risultato è stato che mi sono bloccata e per un po' non sono stata capace di scrivere in nessuna delle due lingue.  Mi sentivo presa, rinchiusa in idee che non riuscivano a maturare per la mancanza di luce, di aria, di nutrimento.  Non è la prima volta che mi blocco, e in questi casi ritorno alle origini, riparto dalle basi: mi sono iscritta in un corso di scrittura creativa [infatti, nei giorni scorsi ho pubblicato alcuni degli esercizi fatti nel corso. Non  sono testi straordinari, ma sono un fertilizzante] e ho ripreso la lettura di sillogi di poesia italiana contempora

Lettere

Immagine
Vicino al palazzo della posta a Cochabamba c'era un piccolo negozio dove donne e uomini andavano a farsi leggere le lettere appena arrivate. I commessi narravano ad alta voce le storie dei migranti alle loro famiglie contadine e analfabete. Ci sono passata davanti centinaia di volte mentre andavo a prendere l'autobus per tornare a casa da scuola. Una decina di anni dopo, ho ritrovato lo stesso negozio. I commessi ancora leggevano le lettere, ma al posto delle buste e dei francobolli c'erano schermo, scanner e stampante. Le lettere d'amore viaggiavano in bit e tempo reale. L'ultima volta che sono andata in posta quel negozio non esisteva più. Al suo posto c'era una vendita di cellulari rottamati. Il commesso, giovanissimo, non alzava mai la testa dal suo telefonino.  Le lettere ormai non arrivavano più.

Esercizio di scrittura

Immagine
  (dammi tre parole) Hai fame, amore? Sono ancora sveglia.  Sono arrivata ieri.  Torneremo a casa? Ho perso tutto.  Ero all'ospedale.  Babbo stava male.  Il corpo puzzava.  Non posso dormire.