Bambini di ferro

“La mente umana è come i buchi neri, si può osservare solo attraverso i suoi risultati” (Viola Di Grado) Quando sono arrivata in Italia avevo l’impressione di essere passata attraverso una porta dimensionale ed essere entrata nel futuro, nei mondi di fantascienza che popolano i libri che amo. Porte che si aprono da sole, supermercati senza cassieri, tutto a un bancomat di distanza, prenotazione online, il registro di residenza, strade con tanta gente vecchia e quasi nessun bambino: queste cose non esistono nel mio Paese. Sono così diverse dalla realtà boliviana che fin'ora mio marito non se l'è sentita di entrare in un supermercato a meno che non ci fosse una cassiera o una persona con la quale interagire. Tutto sembra lontano, robotico, sintetico. In un certo senso ho provato lo stesso con la lettura di “Bambini di ferro” , di Viola Di Grado ( La nave di Teseo ). È un libro strano, stranissimo. Pieno di vuoto, di silenzi e ripetizioni, con un ritmo lento e a volte monotono, c...