Famiglie infelici

—Che bella ragazza! Chi è? —domandava mia nonna ogni giorno.
—È mia figlia —le rispondevo ogni giorno.
—A che ora parti? —domandava mia nonna ogni giorno.
—Sono in ritardo e non riesco a raggiungere l'autobus, posso restare questa notte?

Vivevo con lei oramai da un anno. Mia nonna era già nella "fase paranoica" dell'Alzheimer. È una delle fasi più complicate: le persone malate possono diventare molto aggressive come meccanismo di difesa in un ambiente che non riescono a capire.

C'è qualcosa di affascinante nella vecchiaia. Di affascinante e triste. Quando siamo bambini, tutti gli adulti sono vecchi; ma un'altra cosa (...che si apprende nel corso degli anni) è la decrepitezza. Non intendo solo il corpo danneggiato: la mente è un luogo strano.

Nelle case accade la stessa cosa che nella mente: dall'esterno vediamo muri, vediamo qualcosa che sembra tanto solido; ma dentro succedono delle storie che possiamo solo sospettare. La normalità è una questione di statistiche, ma non esiste una persona o una famiglia normale: non si tratta di un indirizzo postale. Tutte le case sono soltanto degli edifici, ma sono anche l'ingresso nella mente delle altre persone, dove possiamo conoscere i loro piccoli traguardi e le loro grandi sconfitte. 

Nel suo libro Sette case vuote, Samantha Schweblin ci apre delle porte. Leggere i suoi racconti è un modo di guardare dentro queste case, nelle storie degli altri, per conoscere il modo in cui ogni famiglia può essere infelice.



Il libro Sette case vuote di Samanta Schweblin è stato pubblicato in italia da Edizioni Sur, tradotto da Maria Nicola.  Ve lo raccomando tantissimo. 

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