Nostalgia per gli scarti
Quando andavo alle superiori, in Bolivia, avevo un amico chiamato Percy che viveva in un palazzo in costruzione. Lui abitava all'ultimo piano, in una specie di appartamento che aveva soltanto i muri esterni (con vetri e porte) ma non i muri interni. Lui aveva creato dei muri, delle stanze e degli spazi usando dei vecchi vinili. Aveva, tra l’altro, creato le stanze usando dei criteri di selezione per genere musicale. La cucina era la zona dei dischi country, il soggiorno tapezzato dal rock progressivo, il salotto custodito tra pareti di pop e folk. Il bagno riservato agli artisti che odiava. Aveva una passione immensa per la musica (infatti, adesso ha uno studio proprio); ma aveva anche una forte manìa per la conservazione degli scarti. A casa sua facevamo scoperte musicali inaspettate. I dischi li prendeva a peso dai depositi di rimanenze di uno studio locale, “Lauro & Cia.”, e non sapeva neanche lui cosa e chi c’era tra gli album ricevuti. Apriva i pacchi e si trovavano insie...