I mille volti di Caino

Quando ho deciso di lasciare Bolivia e venire in Italia, due anni fa, ho sentito che stavo facendo una specie di salto di fede: dovevo fidarmi del caso, della fortuna, e lasciare tutta una vita indietro. E ho pensato tanto alla moglie di Lot. È inevitabile: la storia della donna che, per guardare indietro, diventa una statua di sale, è un'immagine potente, una storia condivisa da tutti quelli che lasciano il proprio paese e rincominciano da zero. 

È inevitabile, per me, cresciuta in una famiglia cattolica e credente, non fare un riferimento ogni tanto ai personaggi della Bibbia, in particolare quelli del Antico Testamento - anche se sono atea. I personaggi e storie bibbliche offrono infinite letture, interpretazioni  e schieramenti. Un esempio di questo è la storia di Caino. Primogenito del primo uomo, poche cose si raccontano nella Bibbia su di lui, eccetto che è diventato il primo assassino dell'umanità, uccidendo il fratello Abele. 

Proprio per l'assenza di una storia, in molti hanno provato a dare un contesto alle azioni contro il suo fratello, a spiegare cosa lo ha portato a compiere questo delitto e a discutere anche sulle ragioni del dio biblico per preferire il sacrificio fatto da Abele rispetto a quello fatto da Caino. Romanzi, fumetti, canzoni, poemi, ci sono tantissime opere d'arte, antiche e moderne, che affrontano l'argomento. Non sorprende, allora, che anche Andrea Camilleri fosse interessato a studiare e creare una visione sua di questa storia. 

Nel suo monologo Autodifesa di Caino (Sellerio), Camilleri propone una versione leggermente diversa dei fatti. Caino era un agricoltore e il fratello era un pastore. Ma Abele porta le pecore spesso a pascolare sopra i terreni coltivati dal fratello, rovinando il raccolto. Un giorno si misero a litigare e poco dopo arrivarono alle mani, cominciarono a colpirsi l'un l'altro. Per un secondo Abele ha l'istinto di uccidere Caino, che chiede pietà. Quando le mani di Abele si aprono per mollare il fratello, questo prende una pietra grossa e lo uccide a tradimento. 

L'origgine del male, allora, non è da cercare fuori della propria natura umana: tutti e due hanno sentito il desiderio di annientare il fratello. Ma solo uno decide consumare il desiderio, non si ferma e ammazza l'altro. E Dio lo sa: «...Lui ha operato una scelta. Voleva ucciderti, poi ha scelto di lasciarti in vita. Avresti potuto fare lo stesso, ma tu hai fatto un'altra scelta. Questo finché vivrà il mondo sarà l'impegno dell'uomo: fare le giuste scelte». Dio impone un segno a Caino in modo che nessuno lo tocchi. «Vivere per l'eternità sulla terra è il male peggiore che possa capitare».

Ma la storia di Caino non finisce lì: in questa versione, lui trova la redenzione nell'arte: con la pelle degli animali crea tamburi, e con canne crea flauti. Diventa un musicista, il primo della storia. La musica per lui diviene un ponte tra il cielo e la terra, tra il disordine e la chiarezza, tra il pentimento e il perdono.

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