Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Il mio diario

Ripartenza

Immagine
Ho spinto molto il mio cervello per cercare di imparare a scrivere in modo corretto l'italiano sia per il lavoro, sia per la scrittura creativa stessa.  All'inizio, scrivevo tutto in spagnolo e poi cercavo di tradurre i testi, passandoli poi alle mie correttrici di bozze (sorella e nipoti). Poi, sono passata a provare la scrittura diretta in italiano tralasciando un po' la scrittura in spagnolo. Ma il risultato è stato che mi sono bloccata e per un po' non sono stata capace di scrivere in nessuna delle due lingue.  Mi sentivo presa, rinchiusa in idee che non riuscivano a maturare per la mancanza di luce, di aria, di nutrimento.  Non è la prima volta che mi blocco, e in questi casi ritorno alle origini, riparto dalle basi: mi sono iscritta in un corso di scrittura creativa [infatti, nei giorni scorsi ho pubblicato alcuni degli esercizi fatti nel corso. Non  sono testi straordinari, ma sono un fertilizzante] e ho ripreso la lettura di sillogi di poesia italiana contemp...

Lettere

Immagine
Vicino al palazzo della posta a Cochabamba c'era un piccolo negozio dove donne e uomini andavano a farsi leggere le lettere appena arrivate. I commessi narravano ad alta voce le storie dei migranti alle loro famiglie contadine e analfabete. Ci sono passata davanti centinaia di volte mentre andavo a prendere l'autobus per tornare a casa da scuola. Una decina di anni dopo, ho ritrovato lo stesso negozio. I commessi ancora leggevano le lettere, ma al posto delle buste e dei francobolli c'erano schermo, scanner e stampante. Le lettere d'amore viaggiavano in bit e tempo reale. L'ultima volta che sono andata in posta quel negozio non esisteva più. Al suo posto c'era una vendita di cellulari rottamati. Il commesso, giovanissimo, non alzava mai la testa dal suo telefonino.  Le lettere ormai non arrivavano più.

Esercizio di scrittura

Immagine
  (dammi tre parole) Hai fame, amore? Sono ancora sveglia.  Sono arrivata ieri.  Torneremo a casa? Ho perso tutto.  Ero all'ospedale.  Babbo stava male.  Il corpo puzzava.  Non posso dormire.

Nel campo di battaglia

Immagine
Si prese la gamba disperato. Il sangue usciva profusamente.  “Morirò”, pensò, e gridò chiedendo aiuto.  In quel momento arrivò una soccorritrice. Guardò la ferita, la baciò e sussurrò:  "Bua che viene, bua che va,  bua che scappa via di qua!" Il bambino allora smise di piangere e si alzò per tornare al gioco.

Statua di sale

Immagine
  foto: @Shutterstock Non sono venuti degli angeli. Nessun dio mi ha ordinato di fuggire. Vorrei essere io chi ha in mano la spada e il fuoco per distruggere il mio vecchio mondo. Ho fatto con cura le valigie. Ho lasciato fuori il mio presente e messo un libro di grammatica. Ho preso un biglietto senza ritorno. Ogni sera, ogni notte prego per avere la forza di non voltarmi, di non guardare la mia terra. Lascio il sale uscire e piango per non diventare una statua.

Rumore

Immagine
All'inizio dell'anno ho avuto un burnout. Stavo lavorando da un bel po’ in una cucina industriale, un burger, dove il tempo conta, eccome: tutto funzionava con timer, allarmi, tempi stretti e procedure standardizzate. Il mio contratto era di 18 ore a settimana, ma normalmente facevo circa 40 ore con turni che potevano iniziare alle sette del mattino e terminare alle cinque e mezzo del mattino seguente. Ero diventata abbastanza brava, ma mi sentivo tanto stanca che non ero in grado di leggere, di scrivere, e nemmeno di pensare. C'era troppo rumore nella mia testa. Ogni giorno piangevo mentre andavo al lavoro, piangevo durante il lavoro e piangevo al ritorno dal lavoro. Quando dormivo, sognavo che piangevo mentre lavoravo. Avevo la sensazione di essere abitata da qualcun altro, che non ero io, e che stava combattendo contro di me. Ho chiesto aiuto al medico di famiglia. Mi ha suggerito di prendere alcune pillole, ansiolitici e antidepressivi, in ​​dosi minime per poter contro...

22 giugno 2020

Immagine
Faccio molta fatica a iniziare una attività. Ma faccio molta più fatica a sostenerla: a portarla avanti e finirla. Per molto tempo ho pensato che fossi pigra, incompetente, fallita, rotta.   Ma poi ho scoperto qualcosa che ha cambiato questa percezione su me stessa: sono autistica. E quelli che pensavo erano fallimenti di carattere, sono in fondo in fondo conseguenze di errori di hardware. La configurazione del mio sistema nervoso ha delle pieghe e delle meraviglie. Vinco e perdo allo stesso tempo.  Non sono capace di funzionare in modo normale. Devo, invece, scoprire come lavorare e produrre nel mio unico, particolare, modo di essere nel mondo. Ma quello ha significato cambiare la visione di me stessa: non sono un problema, ma ho un problema.  Questo cambio di messa a fuoco di me stessa mi permette vedere le mie potenzialità con compassione ed equilibrio, senza false pretese e senza illudermi. E mi permette anche pensare a come fare il prossimo passo in questo via...

Limiti

Immagine
"Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu , sei infinito, e dentro questi tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu  sei infinito." (Novecento, Alessandro Baricco)   Questo frammento mi ha fatto ricordo alle proposte poetiche del gruppo OuLiPo : Certe limitazioni e giochi di senso seguendo un sistema matematico o logico può permettere l'esplorazione proprio delle infinite possibilità espressive.  In ogni caso: proporre delle "regole del gioco" nella letteratura, in particolare nella poesia, permette l'esplorazione dei confini, la scoperta e la sorpresa.  Certi limiti servono per essere scavalcati e travolti con la creatività.

15 giugno 2020

Immagine
Una volta trovai un libro di ricette in cui descrivevano il colore di un vino dicendo che sembrava un campo di grano maturo che si muoveva nel vento.  Oggi ho visto ondate di vino bianco muoversi nel vento, pronte per essere raccolte.

2 giugno 2020

Immagine
La rabbia, la paura, l'indignazione, sono emozioni fondamentali che permettono capire quando le cose non vanno, quando si deve cercare una via d'usicta,  cosa si deve cambiare nella realtà sociale.  Bisogna ascoltarle, bisogna dargli retta. Sono ottime per dare consigli e dare una spinta.  Sono il vento che spinge le vele.  Ma sono pessime al comando.  Non si deve lasciare mai che prendano il timone. 

Poesia e politica

Immagine
Un frammento di "Trattato poetico" , di Czesław Miłosz : La poesia non è questione di morale, Szenwald, luogotenente dell'Armata Rossa, lo ha provato. Quando nei lager del lontano Nord i cadaveri di cento popoli si vetrificavano, egli scriveva un'ode alla Madre Siberia. Una delle più belle poesie scritte in polacco. La poesia non è questione di morale. Né di emozioni intense, buone intenzioni né diritti umani. Si sono scritte pagine senza valore nel nome del bene, dell'amore e della giustizia. La letteratura, e in particolar modo la poesia, è un lavoro intellettuale, razionale e meticoloso che ha che vedere con parole. La poesia non ha che vedere con le emozioni stesse, bensì con la loro distillazione.  Trattato poetico, Czesław Miłosz, Adelphi. 

25 maggio 2020

Immagine
Lunedì.  Sono stanca. Non ho dormito bene. Mi sono svegliata più volte con la paura di non aver impostato la sveglia. Tra poco torno al lavoro, e spero finire la giornata senza spaventi. Lo dico perché quando sono stanca posso fare più errori; ma nel blog si possono correggere. Nel lavoro non ho questa possibilità.  -- in certo senso, per questo mi piace il lavoro artistico: si può fare delle prove e dei errori, ed è anche desiderabile sbagliare. Sbagliare è l'unico modo di imparare. 

23 maggio 2020

Immagine
Sono consapevole delle mie limitazioni.  Sbaglio facilmente al lavoro quando devo compiere un compito nuovo e non so da dove iniziare. Inciampo con le idee, perdo un po' di tempo fino a capire quale dev'essere la procedura giusta. I miei colleghi se ne rendono conto da subito: non hanno dubbi sulle procedure.  Non riesco a vedere quello che per gli altri è ovvio: per me non lo è. Questo modo diverso di percepire le procedure e di imparare è allo stesso tempo uno svantaggio e un vantaggio, dippendendo di cosa devo fare: è ideale nella scienza e nell'arte; ma è un grave handicap nel lavoro come impiegata.  Sono consapevole delle mie limitazioni.  Questa è una foto della torre Eiffel - vista salla sua pancia in sù