Mio padre, operaio pensionato, pollice verde e vanga d’acciaio, ogni anno a primavera ha portato avanti una lotta per preservare i semi degli ortaggi che coltiva nei vasi del terrazzo. Ogni giorno faceva la guardia dietro alla porta di vetro aspettando l’arrivo dei merli e delle gazze, dei passerotti e delle cinciallegre, i suoi affamati nemici, per poi girare di colpo la maniglia e far fuggire gli uccelli, groviglio di ali e cinguettii. “Non cresceranno mai le mie piante!”, brontolava mio padre a colazione, pranzo e cena, mentre raccontava la cura che aveva messo per coprire ogni pianta, preparare la terra, affondare le guide di legno per le rampicanti. Un giorno mia figlia arrivò da scuola con una scatola di scarpe con buchi e un bel laccio azzurro. “Ho portato una sorpresa per il nonno”, disse. Aprì la scatola e dentro, ancora addormentato, c’era un gattino nero, una goccia con peli, un rotolino di fusa. Son passati sei mesi e ora siamo di nuovo in primavera. Le piante crescono folt